Gaslini, salvato ragazzino con maxiangioma cerebrale
Da IL SECOLO XIX del 27 Febbraio 2009
Gaslini, salvato ragazzino con maxiangioma cerebrale
Grazie a un delicato intervento chiurgico durato 10 ore, un team di 12 operatori dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova ha salvato un bimbo tredicenne di Sorrento con un angioma gigante nel cervello. Un maxi-intreccio di arterie e vene che comunicavano tra loro in modo anomalo, formando una sorta di `spugna´ potenzialmente mortale. L’intervento, eccezionale sia per la dimensione dell’angioma (più di 5 centimetri) sia per la sua posizione – spiega l’ospedale pediatrico ligure – è stato condotto da un’equipe coordinata da Armando Cama, direttore dell’Unità operativa di Neurochirurgia.
Equipe composta dal professor Lucio Castellan direttore della U.O. Neuroradiologia del S. Martino (in veste di consulente del Gaslini), il direttore dell’U.O. Neurochirurgia del Gaslini professor Armando Cama eil dottor Andrea Rossi direttore Unità Operativa di Neuroradiologia dell’Istituto Gaslini di Genova.
L’equipe medico scientifica alla guida dell’eccezionale intervento: da sinistra il professor Lucio Castellan direttore della U.O. Neuroradiologia dell’Az. Ospedaliera S. Martino ( qui in veste di consulente del Gaslini), al centro il direttore dell’U.O. Neurochirurgia del Gaslini professor Armando Cama, a destra il dottor Andrea Rossi direttore Unità Operativa di Neuroradiologia dell’Istituto Gaslini di Genova.
Solo stamani grazie a un encefalogramma si è rivelato il pieno successo della complessa e rara operazione neurochirurgica, condotta nel luglio scorso all’Istituto pediatrico Gaslini di genova per rimuovere dal cervello di un ragazzo napoletano di 12 anni, Biagio G, un grande angioma, che gli causava crisi epilettiche e poteva provocargli la morte improvvisa. L’intervento è stato illustrato dal direttore di neurochirurgia, Armando Cama. «Il ragazzo presentava crisi epilettiche ripetute – ha spiegato Cama, che ha coordinato un’equipe di 12 specialisti nell’intervento durato dieci ore – abbiamo rilevato una malformazione arterio-venosa, che occupava varie sedi del cervello e poteva causare la morte improvvisa. L’operazione era ad alto rischio ma non c’era altra scelta». L’intervento è stato preceduto da tre embolizzazioni dei vasi volte a bloccare il sanguinamento, eseguite al Gaslini tra maggio e luglio dal direttore di neuroradiologia dell’ospedale San Martino Lucio Castellan. Dopo l’intervento i medici hanno tirato un sospiro di sollievo solo a dicembre quando un’angiografia di controllo ha rivelato che non c’erano residui della malformazione e proprio oggi un elettroencefalogramma ha rilevato un tracciato privo di elementi epilettici. Il ragazzino, ora in perfette condizioni fisiche, vive a Sant’Agata nel napoletano, ha un fratello e una sorella e ha detto che sogna di fare il Nautico e diventare capitano.
«Il ragazzo presentava crisi epilettiche ripetute – ha spiegato Cama – abbiamo rilevato una malformazione arterio-venosa, vale a dire un gomitolo di arterie malformate che occupava varie sedi del cervello e aveva il diametro di cinque centimetri». I medici si erano resi conto subito che il ragazzino rischiava di morire all’improvviso. Così, grazie a una fruttuosa collaborazione con l’ospedale San Martino, il direttore di neuroradiologia del nosocomio genovese Lucio Castellan ha proceduto al Gaslini, tra maggio e giugno dello scorso anno, a tre embolizzazioni dei vasi che servivano a bloccare il sanguinamento e quindi permettere l’operazione, eseguita a luglio, durata dieci ore e condotta da un’equipe di 12 esperti tra neurochirurghi, anestesisti e infermieri specializzati coordinati da Cama.
Anche dopo l’intervento però il paziente poteva non ristabilirsi completamente. Il successo si è invece rivelato nel dicembre scorso quando un’angiografia di controllo ha verificato che non erano rimasti residui dell’angioma. Un elettroencefalogramma eseguito proprio oggi ha poi confermato che il paziente non ha più traccie di epilessia. Per cui i medici contano nei prossimi mesi di poter sospendere la terapia antiepilettica. Il padre del ragazzino, sposato con altri due figli, muratore, ha spiegato che la malattia di Biagio è stata scoperta il 2 aprile dello scorso anno quando, uscendo di casa a Sant’Agata in provincia di Napoli dove vive la famiglia, il ragazzino si è accasciato ed è svenuto. Anche il giovane paziente ha voluto parlare con i giornalisti: «Il mio sogno è andare al Nautico e diventare un capitano», ha detto sorridente. Alla conferenza stampa è intervenuto anche il primario di neuroradiologia del Gaslini Andrea Rossi.
IL RAGAZZINO: ADESSO MI ISCRIVERO’ AL NAUTICO
E’ felice e sereno dopo mesi in cui ha dovuto essere “grande” e più grande della sua età per forza, per fronteggiare il male e un angioma che metteva in pericolo la sua vita.
«Sono felice e sono grato, voglio bene a chi mi ha curato e mi ha salvato» ha detto ai genitori e ai medici. Adesso per lui si realizza un sogno: «Potrò riprendere a studiare come piace a me e iscrivermi, nella mia città, a Napoli, all’Istituo Nautico, voglio realizzare il sogno e il desiderio di diventare capitano di una nave».
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