Da Caterina 4 Maggio 2010

Milano, 4 maggio 2010
Ciao Marco,
mi chiamo Caterina ho 41 anni.
Due anni fa ho vissuto l’esperienza comune a tutti quelli che hanno scritto la loro storia.
Ero in macchina con mio marito (febbraio 2008) e mi sentivo strana, facevo fatica a parlare, mi sentivo la bocca irrigidita. Ci siamo fermati ad un autogrill e lì mio marito si è accorto che il lato sinistro della bocca era paralizzato. Nei giorni a seguire mi hanno visitato due neurologi ed entrambi mi hanno diagnosticato una paralisi del nervo facciale da freddo e mi hanno somministrato una terapia cortisonica per circa 15 giorni. Effettivamente la cosa era migliorata e i disturbi quasi del tutto spariti. Tuttavia permanevano delle strane sensazioni: mi cadevano gli oggetti dalla mano sinistra, non avevo sensibilità sul lato sinistro dell’addome, formicolii al piede sinistro ect.
Sono tornata comunque al lavoro. Dopo qualche giorno la mia collega si accorge che ho nuovamente la bocca storta, sintomo durato un minuto non di più.
A quel punto mi marito mi ha portato al pronto soccorso dell’ospedale Niguarda, ma oramai apparivo asintomatica. Nonostante questo il neurologo che mi ha visitato (il mio angelo!) non era convinto della situazione e mi fatto fare una risonanza dalla quale è risultata una emorragia cerebrale. Mi hnno sottoposto subito ad una angiografia dalla quale hanno riscontrato il motivo dell’emorragia: malformazione artero venosa.
Mi hanno ricoverato e dopo qualche giorno mi hanno sottoposto ad una angiografia terapeutica nell’intento di correggere la MAV, che però non è riescita. Una decina di giorni dopo hanno proceduto con l’intervento chirurgico che grazie a Dio è riescito perfettamente.
Dopo due giorni passati in rianimazione ero praticamente in piedi e senza alcun disturbo.
Tutto sembrava procedere bene (a parte un po’ di imbarazzo per la testa rasata e la vistosissima ferita). Sono rientrata in ufficio dopo circa quattro mesi.
E’ luglio, il 22 luglio. Una mattina comincio ad avvertire strani sintomi:
torpore alla guancia, formicolio alla parte sinistra. Ad un certo punto mi cedono le ginocchia cado a terra ed è il buio. Crisi epilettica. Ne sono seguite altre due parziali (cioè haimè io ero cosciente!), ora sono sotto terapia, e sto bene da quasi due anni.
Un consiglio a tutti: dopo questa esperienza assolutamente traumatica invece di imbottirmi di farmaci il mio neurologo mi ha consigliato una terapia psicoanalitica nel mio caso durata quattro mesi che mi ha veramente rimesso in sesto.
Un ringraziamento particolare a tutto il reparto di neurochirurgia e di strok- unit dell’ospedale Nigurda, a mio marito, al mio neurologo e alla mia psicoanalista, sono stati meravigliosi e non hanno mai perso di vista il lato umano ed emotivo del paziente.
E grazie a Dio che mi ha dato la vita due volte!

caterina.gradi@ibero.it

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