Da Marco Novembre 2008

Vi scrivo per raccontarvi la mia storia. Penso che sia piuttosto significativa visto l’argomento di questo forum. Mi chiamo Marco, vivo a Firenze e ho 44 anni.
Quando avevo 13 anni mi trovavo sulla spiaggia a Piombino dove vivevo all’epoca, facevo il bagno divertendomi con i mie amici. A un certo punto, mentre eravamo scatenati nell’acqua, ho sentito come una scarica elettrica in prossimità dell’arcata sopraccigliare destra. Non ci ho dato peso e quando sono uscito dall’acqua sono andato tranquillamente a prendere il sole senza cappello. Dopo un po’ ho avuto dei conati di vomito e ho vomitato tutta l’appetitosa Coppa Rica Algida che avevo appena divorato con gusto. Dopo aver vomitato, ho iniziato ad accusare mal di testa e le gambe non mi sorreggevano piu’.
Sono stato portato all’ospedale ma i sanitari, era il 1977, pensavano che si trattasse di una banale congestione e volevano rimandarmi a casa. Un infermiere anziano, amico di mio padre, si accorse che qualcosa non andava e consiglio’ i miei di farmi rimanere all’ospedale.
Il giorno dopo un neurologo mi fece una puntura lombare e dall’aspirazione venne fuori il sangue che avevo perso durante la indicibile notte di dolore lancinante alla testa che avevo passato. Fui spedito a Pisa alla neurochirurgia. Mi fecero una angiografia con i mezzi disponibili nel 1977 ma videro comunque il mio angioma (MAV) “malformazione arterovenosa dello splenio del corpo calloso”, dissero che non potevano farci nulla all’epoca. Rimasi un mese in ospedale e poi venni dimesso.
Ho passato tutta la mia successiva vita con continui mal di testa lancinanti. Consapevole che potevo sentirmi male e morire da un momento all’altro. Ho studiato, mi sono laureato, sposato, ho avuto due figlie. Non ci pensavo quasi piu’ che mi potesse succedere ancora ma, nel 2004, una bella e tranquilla sera prima di Natale, ho sentito di nuovo la scarica. Ho capito subito. Ho chiamato il 118 mi sono fatto portare all’ospedale nell’incredulità dei soccorritori.
Ma le cose in 30 anni erano cambiate. Subito TAC, individuazione dell’emorragia subaracnoidea, terapia di emergenza. Poi angiografia.
La mia mav era di quasi 3 cm di diametro e in parte era all’interno del corpo calloso.
Decisa l’embolizzazione che, viste le dimensioni della MAV, avrebbe dovuto essere fatta in varie fasi, 2 o 3 interventi.
Ma dopo il primo intervento (cateterismo dalla vena femorale e spruzzata di colla nella mav) ho avuto disturbi mnemonici e spazio temporali. Ma per fortuna la MAV si era abbastanza ridotta.
Si decise di non procedere ad altre embolizzazioni ma di procedere a sedute di radiochirurgia stereotassica con GAMMA KNIFE presso l’Ospedale Civile di Verona, reparto diretto dal Prof. MASSIMO GEROSA.
Sono stato sottoposto alla radioterapia e adesso, a distanza di 3 anni dall’accaduto, la mia MAV si è chiusa e, per fortuna, non ho piu’ mal di testa.
Prendo il sole senza cappello con gioia.
Ringrazio Dio ma soprattutto il Sistema Sanitario Nazionale che, nel mio caso, ha funzionato alla perfezione e ha dimostrato di possedere risorse di grandissima professionalità fra gli operatori, strutture tecnologicamente all’avanguardia e SOPRATTUTTO GRATUITE.
La mia storia e le relative cure penso siano costate allo stato non meno di 2 o 300 milioni delle vecchie lire.   Forse in un altro paese del mondo occidentale e avanzato non avrei avito la possibilità economica di curarmi e sarei morto.
Ma questa è un’altra storia.
Marco Belcari  Firenze
belkmark@tin.it

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